Skip to content Skip to footer

Tutti i temi del nuovo contratto dei medici: dagli aumenti agli arretrati, con più di un occhio ai turni di lavoro.

Imedici italiani sono in trepidante attesa della sottoscrizione del nuovo contratto collettivo tra l’Aran, l’agenzia che si occupa del rinnovo, e il proprio sindacato, già fallita il luglio scorso.

Il rinnovo ruota attorno agli aumenti da riconoscere agli operatori sanitari in busta paga, oltre agli arretrati pari a quattro anni e nove mesi maturati dalla categoria.

La volontà delle parti è raggiungere la sottoscrizione dell’accordo entro il mese di settembre 2023, così da garantire ai professionisti la corresponsione delle somme al massimo per la fine dell’anno.

Sulla base delle indiscrezioni trapelate finora, per un medico della prima linea si toccherebbero i 290 euro al mese di incremento, benefici dello 0,22% per il trattamento accessorio, e gli aumenti per chi è in servizio in pronto soccorso. In media, comunque, la cifra è di 241 euro lordi al mese.

Per gli arretrati si può arrivare oltre diecimila euro, partendo da una base di 6500 euro e aggiungendo l’una tantum dell’1,5% della retribuzione decisa dal governo solo per il 2023 più altri fondi e indennità.

Uno dei nodi più complessi resta tuttavia la retribuzione delle ore extra dei medici in ospedale, questione centrale per i sindacati Anaoo-Assomed e Cimo-Fesmed, secondo cui la fuga dei camici bianchi dagli ospedali è determinata dal fatto gli sarebbero richieste sempre più ore gratuite di servizio in corsia.

L’emergenza non è purtroppo una novità e affligge tanto i reparti quanto i pronto soccorso, con gli ospedali costretti a chiamare i medici a gettone, anche da oltre il territorio nazionale.

La richiesta è che le ore extra abbiano un tetto, ovvero 50, e che vengano retribuite in maniere diversa rispetto a oggi, cioè non come premi rientranti nei fondi di risultato.

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha chiesto che in Manovra vengano inseriti fondi per 4 miliardi per la sanità; “Per la sopravvivenza del Servizio sanitario nazionale servono 4 miliardi aggiuntivi, di cui 2,7 miliardi solo per il rinnovo del contratto dei medici e veterinari per il triennio 2022-2024”, ha spiegato Pierino Di Silverio, segretario dell’Anaao-Assomed.

Quindi quei 4 miliardi non basterebbero: “Occorre aumentare dell’1,5% la percentuale della spesa sanitaria pubblica sul Pil. Se non ci sono risposte non resteremo con le mani in mano”, precisa Di Silverio.

“Il Def scritto dal Governo pochi mesi fa” – aggiunge Michele Vannini, segretario nazionale della Fp Cgil con delega alla sanità – “programma di portare la spesa pubblica rispetto al Pil al 6,2% nel 2025, inferiore ai livelli pre pandemia. Va rovesciata la scelta di disinvestire sulla sanità pubblica o il Governo si dovrà assumere la responsabilità di averla affossata”. AD Studio Associato da anni si occupa di ogni campo del diritto sanitario e può essere la tua realtà legale che ti consenta di restare sempre aggiornato sui temi caldi della tua professione; seguici per restare sempre aggiornato e per una consulenza contattaci.

Palazzo Sturzo
Piazzale Luigi Sturzo n° 15 –
00144 Roma
Tel/fax +39 06.59.17.074

Via Merulana n° 105 –
00185 Roma
Tel/fax +39 06.89.512.518

AD Studio Associato © 2023. All Rights Reserved. | Design IKIGAI MEDIA — PRIVACY POLICY